Archivi categoria: SIKANIA RISING PROJECT

ET IN BARBARIA EGO

ET IN BARBARIA EGO 2009/2014

Opere realizzate Marco Leone Barone Saccardi

ET IN BARBARIA EGO significa “anche io nella Barbaria”. È un chiaro riferimento al motto “et in arcadia ego” dei quadri di Nicolas Poussin e del Guercino . Una serie pittorica su Palermo e la sua tragedia, la sporcizia materiale e spirituale in cui è ancora oggi ancora soffoca . Palermo viene ritratta per come appare nella sua effettiva realtà , sporca di tutto in tutto , un insieme di personaggi e citazioni pittoriche della storia dell’arte, da Bosh a Mantegna ,passando per Poussin e Santa Rosalia patrona della città, senza dimenticare il suo sindaco, Diego Cammarata, vagano per le vie sature di spazzatura di un infelicissima Palermo. Il tutto miscelato da riferimenti alchemico esoterici nascosti .
cura magazine june septeber 2010

CASINO VALGUARNERA

CASINO VALGUARNERA 2011

Idea e progetto di Marco Leone Barone Saccardi

Villa Valguarnera da decine di anni e’ l’oggetto del desiderio dei potenti della Sicilia e non solo … Il capo dei capi della onorata societa’ siciliana ..TOTO RIINA e il suo valvassore l’ex Presidente della regione Sicilia TOTO’ CUFFARO in tutti i modi hanno tentato di espropriarla e cacciarne via i leggittimi proprietari , la famiglia Alliata Principi di Villafranca ….i mafiosoni volevano farci un lussuossimo CASINO ‘ …..ma alla fine i due Toto’ hanno miseramente fallito ……….cosi’ alla loro inettitudine abbiamo dovuto rimediare noi …

WELCOME to Casino ‘ Valguarnera…

CASA AUT

CASA AUT 2011

11 novembre 2011

Casa AUT (SIKANIA RISING PROJECT) A cura del Laboratorio Saccardi.

Idea e progetto di Marco Leone Barone Saccardi

ARTISTI:

LABORATORIO SACCARDI – FRANCESCO DE GRANDI – ANDREA DI MARCO – FABIO BONANNI – ALESSANDRO BAZAN – DOTT. PIRA – ALFONSO LETO – MARCO PRESTIA – VALENTINA GLORIOSO – MANFREDI BENINATI – ENZO CUCCHI – FRANCESCO TAGLIAVIA – FULVIO DI PIAZZA – MARCO NERI – FEDERICO LUPO – TOTI GARAFFA – EMILIO ISGRO’ – FABIO SGROI – LETIZIA BATTAGLIA – NICOLA PUCCI – CESARE INZERILLO – CARLO SPIGA – FRANCESCO LAURETTA – SERGIO AMATO – LARVA108 – DANIELE VILLA – JACOPO BENASSI – EMANUELE KABU – MASSIMILIANO BOMBA – MILENA MUZQUIZ – MARCO CINGOLANI – SERGIO CASCAVILLA – LINDA RANDAZZO – LAURA GIARDINO – SILVIA ARGIOLAS – UGO IN THE KITCHEN – EMANUELE GIUFFRIDA – IGOR SCALISI PALMINTERI – DESIDERIA BURGIO – MASSIMO KAUFMANN – GEORGE SALAMEH – CARLO CISLAGHI – CHIARA SCARFO’ – ALFREDO D’AMATO – GASPARE MUTOLO – VITO STASSI – COSIMO PIEDISCALZI – STEFANIA ARTUSI – MARICETTA MEGNA – ENRICO PIRAS – MARIA FRANCESCA TASSI – EZIO FERRERI – VINCENZO TODARO – FABIOLA NICOLETTI – DEM – MARCO PAPA – SALVO CUCCIA – MARTINA DI TRAPANI – LINDA GLORIOSO – NIKE PIRRONE – ROSANGELA LEOTTA – LUCA ROSSI – FILIPPO MANNINO – WILLIAM MARC ZANGHI – SIMONA SCADUTO – PIETRO MATTEO PALAZZO – PEPPE GESU’ – ALESSANDRO DI GIUGNO – STEFANIA ROMANO – MARCELLO BUFFA – TOMMASO BONAVENTURA – ANDREA BUGLISI – MARILENA MANZELLA – GAETANO PORCASI.

VERNISSAGE : 11/ 11 / 11

I luoghi assorbono e restituiscono come spugne ciò che i loro abitanti vivono al loro interno. Nutrendosi avidamente delle nostre energie, mutano rapidamente in immaginifici, personalissimi, santuari. Nell’antichità il tempio (dal latino templum, recinto consacrato) era una struttura architettonica utilizzata come luogo di culto, eretta in luoghi che presentavano particolari vibrazioni energetiche e proprio tali energie sotterranee ne motivavano la costruzione. Queste linee energetiche, proprio come le vene delle terra, sono dei canali in cui scorre una potente energia. Nelle aree del pianeta dove si intersecano le Ley Line spesso sono collocati siti sacri importanti ed enigmatici ed è proprio seguendo queste linee del drago che negli anni ’20 del secolo scorso Aleister Crowley fondò a Cefalù (Sicilia) l’Abbazia di Thelema. Crowley trasformò una semplicissima, popolare abitazione in un tempio dell’occultismo mondiale, situato a un chilometro a sud dal Duomo di Cefalù, sulla sua stessa linea energetica. Oggi dell’abbazia di Thelema rimangono solo rovine che attirano ancora moltissimi visitatori da tutto il mondo, le energie sono rimaste intatte nonostante il tempio si sparito quasi del tutto. Le energie dei luoghi vibrano e così, per risultanza, le personalità che abitano quei luoghi vibrano in maniera ancora più forte. L’abbazia dovrebbe essere riattivata, ricostruita, alle energie esistenti e alle energie immesse dall’occultista inglese dovrebbero essere iniettate nuove forze, un nuovo fluido vitale, attraverso l’arte che è un mezzo perfetto per la riconversione energetica dei luoghi. L’abbazia di Thelema è una proprietà privata e difficilmente sarà possibile attuare un simile progetto. E’ invece possibile grazie alla lungimiranza di amministratori avveduti e illuminati , intervenire su un altro luogo simbolico siciliano, un’altra abitazione, semplicissima, più popolare e segreta di Thelema e per anni totalmente inaccessibile a visitatori. Si tratta della casa del Boss Gaetano Badalamenti a Cinisi (20 km da Palermo). Uno dei capi più importanti della storia della mafia siciliana e della malavita internazionale, don Tano detto “il boss dei due mondi”, uno dei realizzatori della cosidetta “Pizza Connection”, un anello del narcotraffico del valore di miliardi di dollari. Attraverso l’aereoporto “Falcone-Borsellino” di Puntaraisi (Pa) che lo stesso Badalamenti fece costruire nelle sue terre, il boss importava eroina dal Medio Oriente, utilizzando, dal 1975 al 1984 circa, come centro di spaccio il retro di molte pizzerie degli Stati Uniti medio- occidentali. Per la costruzione dell’aeroporto, uno dei più pericolosi d’Europa perche troppo vicino al mare e troppo vicino alle montagne, don Tano con le sue cave devastò divorandolo il gruppo di montagne che si estende intorno al capoluogo siciliano, mortificando per sempre il territorio. Don Tano Badalamenti è pero conosciuto ai più come mandante dell’omicidio di Giuseppe Impastato, un giovane attivista che attraverso la radio libera “RADIO AUT” di Terrasini denunciava i mafiosi del territorio, le loro collusioni e i loro business, e sopratutto il capo assoluto di Cinisi, il gran Capo Don Tano Seduto padrone di Mafiopoli come Impastato lo dipingeva nei suoi programmi radiofonici. Don Gaetano Badalamenti è morto ad Ayer ( Massachusetts)il 29 aprile 2004. Da qualche anno la sua casa è stata espropriata dallo Stato ed è stata assegnata al Comune di Cinisi e alle associazioni che ricordano la figura di Peppino Impastato. La Casa dei 100 passi o forse meno che si percorrono dalla casa di Peppino a quella del Boss, la casa del film che ha reso note le vite dei suoi protagonisti al grande pubblico. 100 passi che tracciano una linea energetica invisibile tra il bene e il male, una linea che va da A ad A. La casa di Giuseppe Impastato è da tempo gestita dall’Associazione ” casa memoria” ovvero la famiglia di Peppino che ne conserva la memoria storica. L’altra casa invece è oggi vuota, completamente agibile e integra. Le sue mura sono intatte, pregne dell’energia del suo particolarissimo proprietario, immacolate così come Don Tano le ha lasciate. Questa modesta casa è un simbolo importante per Cinisi, per la Sicilia e l’Italia tutta, è un simbolo che verrà rivalutato, segnando un nuovo passo per risorgere. Il frontone del teatro più grande della Sicilia, il teatro Massimo, recita la scritta “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita …..”, l’arte ha anche questo compito importante. Una mostra d’arte che rappresenta una volontà chiara e attiva per un cambiamento. Un messaggio chiaro e inequivocabile di riscatto che gli artisti siciliani e l’attuale assessore alla cultura Vincenzo Cusumano sentono personalmente come atto dovuto e voluto per la lotta contro l’ignoranza e l’oppressione.

Questa mostra è dedicata a Giuseppe Guddemi (PEPPE GESU’) artista incompreso recentemente scomparso.

La pittura selvaggia di Gaspare Mutolo.

Idea , progetto di Marco Leone Barone Saccardi  
 
 2014
“La pittura selvaggia di Gaspare Mutolo”
Autore: Gaspare Mutolo
a cura di : Laboratorio Saccardi
intervento di Giorgio Bongiovanni
Data: inaugurazione Sabato 11 ottobre 2014
Spazio Cannatella
Via Papireto 10 Palermo

“In questa acquiescenza, in questo nullismo, in questo bagno di omologazione di Stato – purché si accetti al di là del bene e del male, al di là della coscienza applicata, al di là della demagogia democratica, al di là della democrazia in tutti i sensi deprimente e depressa, al di là di nostalgie imbecilli di tiranni etc. – io trovo davvero che Poggiolini e Riina abbiano un magnete, un carisma (o carisma che dir si voglia anche artistico) che non hanno tanti condomini della nazione italiana. L’Italia è un condominio di piattume, di piattole rompicoglioni, insensate e squallide.”
Carmelo Bene
Il laboratorio Saccardi e lieto di presentare: “La pittura selvaggia di Gaspare Mutolo” toglietevi i panni borghesi ed indignati per favore e chiedetevi cosa ci fanno il più importante ex-broker d’eroina del pianeta ed il Laboratorio Saccardi. Sostanzialmente solo una mostra di pittura, fatta da un uomo che impregna le sue tele con l’unico colore che ha a disposizione, la sua rabbia selvaggia, con l’unica scuola a cui appartiene, quella della strada prima e del carcere poi, la redenzione e la sua voglia di riscatto sociale, no non è una provocazione questa mostra, né un vezzo naif, è un percorso spirituale che supera modi mode e contenuti dell’arte, e del suo mondo patinato fatto di conventicole super snob e di mostre da aperitivo milanese, per arrivare ad un meccanismo di rivincita sulla vita, per raccontare la redenzione di un uomo attraverso la materia alchemica della pittura, il suo corpo astratto e surreale, quasi metafisico e celeste fatto di colori puri e di pennellate semplici, anche di scritte retoriche se è il caso perché no. C’è stato un uomo molto cattivo che ha ucciso dei suoi simili, forse spacciando e vendendo droga proprio a quei protagonisti tanto venduti ed ammirati dell’arte moderna e contemporanea o alle rock star che gli attuali giovani hipster idolatrano. C’è stato un uomo che ha svenduto la sua terra, ma lo ha fatto in nome di un codice d’onore in cui credeva fermamente, un codice di valori che non apparteneva a nessuno di noi, ma che infondo è in ogni siciliano, nessuno vuole condividere o riabilitare quei valori, qui si riabilita l’uomo e per l’ennesima volta l’arte, l’arte come salvezza e come redenzione. L’arte alla ricerca di quella etica ancestrale che è dentro noi tutti siciliani e che no, non ha generato quel male chiamato mafia, aldilà di possibili moralismi, perché la mafia è dentro di noi ma è anche fuori spalmata nel cemento delle nostre città, ma siamo noi a volerla anche se si trova nella nostra aria, nella nostra acqua, nel ceto medio semicolto come nel sottoproletariato, polverizzata nel vento come l’amianto, e finché ogni siciliano non riconoscerà la sua parte mafiosa, difficilmente potrà combatterla ammesso che voglia farlo. Mutolo non è solo un pentito è un uomo che ha vinto la sua parte mafiosa abiurando a quei valori che per lui sono stati portanti, a quell’onore che per noi tutti è un disonore e che forse non è più disonorevole di vivere in questa nostra italietta, volendo fare un azzardo provocatorio, alla ricerca di quel carisma liberatorio che ormai appartiene solo ai criminali italici e non più agli artisti. La pittura ti risolve la serata o una vita intera, questa è una mostra sulla potenza della pittura e sulla volontà di potenza dell’arte, ascoltare il male per fare il bene e Mutolo è un artista perché spiritualmente ha voluto esserlo, non sta a noi stabilirne la grandezza, la sua vita è sicuramente un colossale capolavoro, e come Carmelo Bene stesso diceva non bisogna fare dei capolavori ma essere dei capolavori.

La storia di Gaspare Mutolo classe 1940 è decisamente troppo interessante troppo lunga, troppa avventurosa e tragica per essere raccontata in poche righe … per rendergli giustizia servirebbe dedicargli un bel film ….

Sulla sua vita sono stati scritti tantissimi libri, e ‘stato citato decine di volte in altrettanti Film d’autore per citarne l’ultimo “Belluscone “di Franco Maresco, e siamo lieti di essere stati noi Laboratorio Saccardi a convincere il restio Gaspare a partecipare alle riprese in veste di attore mascherato dietro richiesta dello stesso Maresco. Ormai sono più di 5 anni che il Laboratorio Saccardi si occupa della divulgazione della pittura di Mutolo. Per noi è stato naturale occuparci del suo lavoro, un atto dovuto della nostra ricerca antropologica sulla Sicilia. Per noi il Mutolo è un artista fondamentale, il pittore migliore e l’unico vero artista della scuola di Cosa Nostra, un artista contemporaneo incredibilmente sottovalutato dal sistema culturale Siciliano e nazionale.

Mutolo è un protagonista di quella che è ormai la nuova mitologia cattiva della Sicilia, la Mafia, un fatto umano quasi un movimento, a tratti una religione, con i suoi riti e le sue iniziazioni. Mutolo ha visto con i suoi occhi l’evolversi della storia italiana sia da spettatore che da attore.

Dall’inizio degli anni 70 fino all’85 fu il più importante broker di eroina del pianeta, tutta la droga che dall’intera Asia arrivava in occidente, Usa compresi, passava dal suo telefono e raramente dalle sue mani. Questo faceva di Mutolo uno dei mafiosi più importanti di Cosa Nostra di quegli anni. Nel tempo verrà più volte arrestato, e diventerà un importantissimo collaboratore di giustizia, terzo solo a Buscetta e Contorno. In carcere viene iniziato alla pittura grazie alle opere dell’ergastolano Mungo in arte l’Aragonese, dipingeva benissimo ricorda Mutolo, e fu lui a insegnargli i primi rudimenti. Ma è nell’87 al carcere Ucciardone di Palermo, che la pittura inizia a diventare per Mutolo una vera e propria svolta, inizialmente solo per combattere la noia attratto dalle opere del compagno di cella Alessandro Bronzini detto il Vampiro – “maestro” che in carcere insegnò a dipingere persino al boss Luciano Liggio, e che sino ad allora trascorreva le giornate leggendo Socrate ed i grandi filosofi nella cella antistante, Liggio alla fine decise di firmare lui stesso le tele prodotte da Mutolo e da  Bronzini ,  nell’88 realizzò una mostra personale presso la  galleria d’arte Marino in via Dante 17 a Palermo vendendo tutti i quadri . In seguito si scopri che i quadri furono acquistati da altri mafiosi che facevano a gara per aggiudicarsi le tele del Boss corleonese. Quella fu la prima vera esposizione del lavoro di Gaspare Mutolo il suo primo show anche se a beneficiarne fu Liggio, ma da allora Pittura e pentimento hanno veicolato riscatto sociale e morale, in un lento percorso di espiazione.

La sua pittura selvaggia, fantasiosa è una continua ribellione dello spirito contro la materia, pura comunicazione artistica. Vasi di Fiori, marine, file di case, tetti rossi della sua Pallavicino, sbarre alle finestre, paesaggi aperti e alberi in fiore, piovre e polpi che avvolgono paesi città persone, dipinti compulsiva-mente nel corso di questi anni in cui Gaspare Mutolo non hai smesso di raccontarsi.

L’opera di Mutolo è un chiaro e singolare percorso di redenzione di un uomo attraverso l’arte, con questa nuova mostra vogliamo ancora sottolineare la presenza di questo artista particolarissimo al sistema dell’arte che facilmente ne ignora l’importanza. La seconda personale Mutolo a Palermo da noi nuovamente curata, si svolgerà in uno spazio espositivo peculiare lo spazio Cannatela situato di fronte all’Accademia di belle arti di Palermo in modo che la parte più fresca degli amanti dell’arte della città, i giovani aspiranti artisti, possano essere i primi fruitori del progetto di Mutolo e possano osservare la sua arte e conoscere la storia di un uomo che da criminale si è evoluto in un pittore che oggi vive solo per la sua Arte.

Marco Leone Barone Saccardi